Proroga Opzione Donna nodi ancora non sciolti

Stabilito e siglato il verbale di sintesi tra Governo e sindacati rimangono ancori nodi da sciogliere per delle categorie che aspettano da anni una soluzione ma che per ora non intravedono luce dal tunnel dove sono state confinate per incuria, disinteresse da parte del Governo in carica, fra queste la categoria del regime sperimentale Opzione Donna che attende una proroga fino al 31 dicembre 2018,  nodi effettivamente ancora molto stretti sulla possibilità di accedere alla pensione e riguarderebbero sia l’età anagrafica che quello economico.

I NODI DA SCIOGLIERE DEL REGIME SPERIMENTALE OPZIONE DONNA
REGIME SPERIMENTALE OPZIONE DONNA

Sia chiara una cosa, entro il 30 settembre 2016 il Governo poteva decidere se rinnovare il regime di pensione anticipata per le donne tramite Opzione donna valutando le risorse a disposizione per sostenere i costi dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro; secondo la Legge di Stabilità che prevede sia il Governo stesso a trasmettere alle Camere sempre in tale suddetta data, di ogni anno, una relazione relativa al monitoraggio compiuto dall’Inps in base agli oneri previdenziali da sostenere per il finanziamento del regime sperimentale Opzione Donna.

Il regime sperimentale Opzione Donna ha il sostegno di più partiti politici e il dibattito è  sempre imperniato sulle decisione che il Governo deve prendere e che a questo punto non può più esimersi e procrastinare questo  tipo di discorso che è già diventata una storia infinita, portando all’esasperazione questa categoria che richiede una proroga alla data per il pensionamento ad un numero di lavoratrici donne che non avrebbero modo di accedere al regime pensionistico quelle lavoratrici che attualmente ne sono rimaste di fatto escluse; la richiesta è unanime da parte di tutti i partiti politici è la proroga per Opzione Donna al 31 dicembre 2018, sciogliendo questo nodo irrisolto si renderebbe la sperimentazione più equa, superando quelle discriminazioni a cui andrebbero incontro alcune lavoratrici a causa dell’età anagrafica, questo dimostra il fatto che i nodi da sciogliere sulla possibilità di accesso anticipato alla pensione sono relativi  al dato anagrafico e quello economico.

Il problema anagrafico: se la proroga Opzione donna non ci sarà in base alla normativa vigente sarebbero penalizzate le lavoratrici donne nate negli anni 1957/1958 e più precisamente nell’ultimo trimestre, le quali non potrebbero avere accesso al pensionamento anticipato previsto con Opzione donna per mancanza dei requisiti richiesti; l’ostacolo per tali lavoratrici infatti risiederebbe nell’allungamento dei termini di aspettativa di vita delle donne italiane. I tre mesi in più di età anagrafica richiesti dall’Inps per l’adeguamento dell’aspettativa di vita, rappresentano un problema.

Il problema economico: la legge di Stabilità 2016 ha stabilito un finanziamento per Opzione Donna pari a 160 milioni di euro per l’anno in corso e 49 milioni per l’anno 2017; Giuliano Poletti, ministro del Lavoro aveva dichiarato che era possibile una proroga che permettesse alle lavoratrici aventi i requisiti richiesti dalla legge di utilizzare del regime Opzione Donna, mentre sulle risorse per finanziarie Opzione Donna sulla Legge di Stabilità si legge: ‘Qualora dall’attività di monitoraggio dovesse risultare, in particolare, un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa, con successivo provvedimento legislativo verrà disposto l’utilizzo delle risorse non utilizzate per la prosecuzione della sperimentazione o per interventi con finalità analoghe’, in base a quanto descritto sopra il Governo, a questo punto, dovrà impegnarsi e decidere, nel più breve tempo possibile, avendo dati alla mano inconfutabili,  di estendere la proroga Opzione Donna fino al 2018, le valutazioni, le indecisioni, i tentennamenti non si possono più ammettere, dopo anni di attesa!

Fonte: Forexinfo

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